“L’umanesimo ai tempi dell’IA”, il convegno a cura del Ministero dell’Istruzione e del Merito per indagare gli impatti delle nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale
La 33esima edizione di JOB&Orienta, salone nazionale dell’orientamento, la scuola, la formazione e il lavoro, in fiera a Verona fino a sabato 30 novembre, ha posto l’accento sull’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie, cercando di esplorare, con una riflessione complessa e molteplice, i diversi impatti che queste hanno sul mondo della scuola e su quello del lavoro.
Proprio per questo il tema della manifestazione è “Persone, cultura, tecnologie. Per un nuovo Umanesimo europeo”, dove il termine “cultura” vien messo al centro per sottolineare il suo possibile ruolo di ponte e di connettore tra le prime – le persone – e le seconde – le tecnologie.
Nelle quattro giornate sono numerosi gli appuntamenti su questi temi; di particolare rilievo è stato il convegno “L’umanesimo ai tempi dell’Ia”, a cura del Ministero dell’Istruzione e del Merito, tenutosi oggi. «La formazione è sempre stata sfidata dalle nuove tecnologie, ma da un po’ di tempo le modalità di istruzione, sia a livello scolastico sia a livello universitario, si erano un po’ stabilizzate – ha spiegato Luciano Floridi, docente e founding director del Digital Ethics Center all'Università di Yale –. L’intelligenza artificiale ha rotto questi equilibri, a partire da quello della pedagogia che è uno degli elementi fondanti della nostra società. Una “rottura” che deve essere risolta a livello pedagogico, di istruzione, altrimenti non riusciremo ad affrontare questa rivoluzione digitale nel modo giusto. Serve reinventare istruzione e formazione». «La cosa importante – ha evidenziato ancora – è che i ragazzi e le ragazze di oggi sappiano parlare i linguaggi dell’informazione, ossia che abbiano dimestichezza linguistica. A quel punto la persona che avremo formato riuscirà a comprendere la natura del digitale, i tempi in cui il cambiamento avviene, e le sue conseguenze. E soprattutto non sarà solo un utente, così avremo magari una democrazia un po’ più civile e informata».
«Per la prima volta nella storia non siamo più i soli soggetti morali. Oggi esistono programmi e dispositivi che, come noi, a loro volta agiscono: dobbiamo capire in che modo interagire con loro comprendendo le grandi opportunità, ma anche i rischi», ha commentato Adriano Fabris, docente di filosofia morale all'Università di Pisa. «Quello che dobbiamo trasmettere alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi è che è in corso la modifica della nozione e dell‘essenza stessa dell’essere umano, perché abbiamo a che fare con strumenti che sono in grado di imitare molto bene alcune nostre caratteristiche. Dobbiamo chiarire agli studenti i limiti di questa imitazione e recuperare il vero e proprio nuovo umanesimo nell’interazione». «La scelta etica del nostro tempo è: affiancamento o delega? Siamo in grado di farci affiancare dalla tecnologia interagendo con essa, facendo in modo che il nostro stesso agire venga orientato, migliorato, potenziato, oppure è meglio lasciar fare?».
«La scuola – ha affermato Carmela Palumbo, capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del Ministero dell’istruzione e del Merito – è implicata sotto tantissimi punti di vista da questi importanti cambiamenti: revisione dei curricola scolastici, formazione degli insegnanti, nuove metodologie didattiche scelte dalle scuole…; ma pure sul fronte organizzativo-logistico, considerato che l'intelligenza artificiale può anche rivoluzionare i luoghi, i tempi e gli spazi dell'apprendimento. Per questo siamo prossimi a redigere delle linee guida che serviranno a creare una cornice entro la quale le scuole possano muoversi agevolmente».